Il racconto dell’Apparizione

Racconto dell’Apparizione della Beata Vergine di Tirano

tratto dal Libro dei miracoli del notaio Michele Lazzaroni (1505)

In nomine Domini. Amen.

In primis.

Essendo Mariolo filiolo che fu d’uno quondam domino Romerio de Homodeo, habitatore de Tirano in la contrata dove soleva stare uno quondam Plasio del Pena, sotto et appresso el ponte Puschiavino; homo justo el quale teme Idio et la suva Sancta Matre; la matina de Sancto Michele archangelo, che fu in una domenicha, adì vintanovi del meso di setembri, nel anno del MDquattro, per volere andare a una sua vignia et essendo um pocho dislongato dela sua casa, fu levato de terra et fu portato per insina a uno certo loco dove soleva essere un orteselo il quale hè in questa benedecta fabricha, et lì fu lasato. 

Et in el predicto orticelo ge asparse una Madona vestita de beretino cum grandissimo splendore et suavissimo odore, et ge dice tali paroli videlicet: Mariolo, Mariolo, et lui respose: Bene Madona, cum granda pagura, et la prefata Madona si ge respose: Bene averastu, sapi che io sono la gloriosa Vergine Maria, non voia havere pagura. Sapia che questo anno si è comenso una granda mortalitate de homini et de bestiami et anchora haverà a pezorare in mazore mortalitate, salvo et reservato che qui in questo loco se averà a fare una ecclesia a honore mio, et tuti li personi li quali haverano a visitare questo benedeto et sancto loco, cum qualche bone et sancte elimosine, secondo la lor qualitate, saranno liberi et salvi da questa pestilentia et mortalitate. Dil che el predicto Mariolo statim se mese in oratione et la prefata Madona se ge dice: Va per tuto donda che tu poi andare et notifica questa aparitione et miraculo. 

Et statim il prefato Mariolo se partite et venete alla prefata terra de Tirano, et notificò la predicta aparitione et miraculo al magnifico et prestantissimo domino Aluisio de Quadro de Ponte habitatore de Tirano cavaliere sperone de oro et ali decano et concilieri dela comunitate predicta. Dilché habiando il prefato magnifico Domino cavaliere et li homine dela predicta terra de Tirano inteso de questa aparitione et grandissimo Miraculo, se partino de la terra de Tirano per vignire a questo sancto loco a uno cum il venerabile domino presbitero Grigorio de Homodeo curato de la prefata terra da Tirano, per dare principio a questa sancta ecclesia, et cavando in el predicto sancto loco quasi per insina a sei braza in gioso, se trovò una code como sono queli gli che se dà il filo ali ranzi per signale como la pestilenzia si comensarà. Et facto il principio dela giesia la suprascripta pestilensia si comensò a cessare eo modo che de quello giorno de Sancto Michele in qua, mai non è possa stata la predicta pesta.

(trascrizione da Ubi steterunt pedes Mariae)



Nel nome del Signore. Amen.

Innanzitutto.

Mario, figlio di Romerio degli Homodei, abitante a Tirano (nella contrada dove abitava un certo Biagio, detto del Pena, sotto il ponte del Poschiavino), uomo giusto e timorato di Dio e della Santa Madre, la mattina del giorno di San Michele Arcangelo, domenica 29 settembre, mentre si recava ad una sua vigna, poco lontano dalla sua casa, fu sollevato da terra e fu portato in un luogo dove si trovava un piccolo orto, il quale è ora incorporato in questa fabbrica benedetta, e lì fu lasciato. 

In questo orticello gli apparve una Signora vestita di beretino (panno semplice, di colore poco appariscente), con grandissimo splendore e profumo soavissimo, la quale gli disse queste parole: «Mario, Mario!» Egli rispose: «Bene, Signora», con grande paura. La Signora così replicò: «Bene avrai. Sappi che io sono la gloriosa Vergine Maria, non avere paura. Tu sai che quest’anno ha avuto inizio una grande mortalità di uomini e di bestiame che ancora peggiorerà con maggiore mortalità, a meno che in questo luogo non si faccia una chiesa in mio onore. Tutte le persone che visiteranno questo santo e benedetto luogo con qualche bene e sante elemosine, a secondo delle loro possibilità, saranno liberate e salvate da questa pestilenza e mortalità». Mario subito si prostrò in orazione e la Signora gli disse: «Va’ fin dove tu puoi andare e fa’ conoscere questa apparizione e questo miracolo»

Subito Mario se ne andò e si recò a Tirano e notificò l’apparizione e l’evento prodigioso al magnifico ed eccellente signor Luigi Quadrio di Ponte, abitante di Tirano, cavaliere e sperone d’oro al decano e ai consiglieri e agli uomini della comunità. Venuti a conoscenza il magnifico signor cavaliere e gli uomini di Tirano di questa apparizione e di questo grandissimo evento miracoloso, partirono da Tirano per recarsi a questo santo luogo assieme al reverendo signor presbitero Gregorio degli Homodei, curato di Tirano, per dare inizio a questa santa chiesa. Scavando nel luogo sopra citato, quasi fino a sei braccia, fu trovata una ‘code’, la pietra che si usa per affilare le falci, quale segnale di inizio della pestilenza, ma - non appena cominciata la costruzione della chiesa - la pestilenza cessò, tant’è che a partire da quel giorno di San Michele non vi fu più pestilenza.

(versione in lingua corrente)